La commissione europea propone un nuovo Regolamento sugli imballaggi


Sta già facendo molto discutere il nuovo Regolamento UE sugli imballaggi, che verrà proposto il 30 novembre. Tale Regolamento punta a ridurre i rifiuti in circolazione promuovendone il riuso. Il cosiddetto packaging ha prodotto 78,5 milioni di tonnellate di rifiuti nel 2019, il diciannove per cento in più della quantità registrata dieci anni prima. L’obiettivo della Commissione è quello di assicurare che entro il 2030 tutti gli imballaggi siano riutilizzabili attraverso un vuoto a rendere. La gerarchia della piramide dei rifiuti prevede infatti, che per prima cosa i materiali vengano riutilizzati senza essere rilavorati e che, come seconda ipotesi, vengano riciclati.
Tale proposta trova l’opposizione delle aziende italiane che hanno un’ottima filiera di riciclo e che ritengono che questa normativa avrebbe un impatto devastante sulle aziende. Il settore del riciclo conta, infatti, sei milioni di posti di lavoro, senza contare i costi da sostenere per l’adeguamento delle aziende con acquisto di macchinari per il ritiro dei contenitori usati.


C’è ancora un’altra problematica da analizzare. È davvero conveniente per l’ambiente la via dei riutilizzo?

Ettore Fortuna, vicepresidente di Mineracqua, la Federazione Italiana delle acque minerali, spiega così la sua posizione: “Questa norma, abbandona l’economia circolare. Dovrò produrre una bottiglia di plastica che una volta consumata mi viene riportata, la ri-riempio e la rimetto in commercio, a prescindere dalla compatibilità con la qualità del nostro prodotto. La legge prevede la purezza batteriologica dell’acqua e la chiusura in stabilimento. Fare una bottiglia ri-riempibile di plastica, secondo noi, innanzitutto pregiudica il tema della sostenibilità. Inoltre si devono fare nuovi investimenti perché la linea di imbottigliamento è diversa, poi si devono fare investimenti nel trattamento delle acque reflue perché devi lavare le bottiglie. Chiuderemo molte delle nostre imprese, imprese di riciclo, quelle che fanno le preforme.”
Staremo quindi a vedere quali saranno le decisioni della Commissione Europea in base a questa tematica che non è più rimandabile.

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